venerdì 19 gennaio 2007

In compagnia dei libri

In compagnia dei libri

Ho cominciato a leggere a sei anni e oggi ne ho settanta. Non ho mai smesso. “La prima patria” li definisce Sàndor Màrai.

I libri hanno sempre segnato le vicende della mia vita: attraverso di loro, ricostruisco la mia biografia.

Da sei fino a quattordici anni sono stata accompagnata dalla Scala D’Oro, una collana dalla Utet che pubblicava i classici ridotti per ragazzi. I protagonisti dell’Isola del Tesoro, Bertoldo, i Figli del Capitano Grant, Sigfrido, furono i miei eroi.

Mi sposai giovanissima con un uomo che considerava i libri oggetti che pesavano. Dovetti ingegnarmi per comprare i classici che mi interessavano. Volevo la mia biblioteca.

Fu l’epoca di Bacchelli, di Palazzeschi, di Pirandello, di Proust.

Il mio matrimonio si rivelò molto infelice. Mi rifugiai allora in Joyce (indimenticabile il monologo di Molly), e soprattutto in Kafka, che più di altri corrispondeva ai miei stati d’animo. Erano gli anni ’60 e non era facile uscire da una condizione di infelicità matrimoniale.

Ci riuscii a fatica.

Naturalmente, tutti gli avvenimenti che seguirono, mi portarono a coltivare letture diverse.

Fu l’innamoramento per Pasolini, Calvino, Gadda, Freud, Canetti. Ciascuno andava nel senso della mia vita, ciascuno dava il suo contributo alla mia solitudine, alle mie malinconie, alla mia crescita.

La scoperta di Strindberg fu una folgorazione. Metteva a fuoco lo spietato gioco al massacro che si consuma nei rapporti “d’amore” tra un uomo e una donna. Metteva in evidenza la fragilità del maschio di fronte a un certo sottile e perverso comportamento della femmina. Corrispondeva a ciò che man mano scoprivo nelle esperienze che facevo.

Quando la sofferenza e la perdita dell’uomo amato sono entrate nella mia vita, i libri sono stati un sostegno prezioso per meditare e accettare, per dare una risposta a tanto dolore e a tanta silenziosa ribellione.

Come si può raccontare del ruolo di ogni libro?

Più sono cresciuta e più ne ho avuto bisogno. E quando me ne innamoro, diventa un amore assoluto che avrebbe voglia, solo, di essere comunicato e condiviso, come i grandi amori.

Ma chi ama i libri sa tutto questo, proprio come chi ama, per sempre, un uomo o una donna.



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