sabato 24 marzo 2007

Il mio nome è rosso commento a Pamuk

Il mio nome è rosso

Orhan Pamuk

I libri aggiungono all’infelicità dell’uomo una profondità che scambiamo per consolazione.

Comincio con questa frase la recensione allo straordinario libro di Pamuk. Può sembrare che il romanzo sia una riflessione sui libri. Non è così, ma l’ho amata talmente che mi piace citarla subito.

Il romanzo invece è una lunga riflessione sul confronto tra la cultura orientale e la cultura occidentale in una storia ambientata tra i miniaturisti turchi del ‘500. Diventa una miniatura lui stesso, il romanzo. Anzi, così minuzioso, così attento ai particolari, così “narrativo” nella raffigurazione di questo ambiente, che ci sembra vedere muoversi i personaggi tra i colori raffinati, vivi, studiati, tipici di quell’arte che tanto ammiriamo nei musei o nei monumenti turchi e islamici. Una straordinaria arte che portava i miniaturisti a diventare ciechi tanto era l’impegno che il lavoro richiedeva per dare al Sultano tutto il meglio della loro professionalità.

Lo sfondo, come in Istambul e in Neve, è il confronto tra le due culture: il declino della cultura orientale che non riesce a competere con quella occidentale.

I miniaturisti infatti si confrontano con l’arte che arriva da Venezia e che, solo in segreto possono guardare, ammirandola e volendo imitarla, pur condannandola per le raffigurazioni umane che la loro religione non permette.

Pamuk inserisce nel romanzo una trama gialla: c’è un assassino tra loro che uccide ferocemente i miniaturisti. Ma è un espediente per concedere qualcosa alla curiosità del lettore, secondo me, dato che la lettura di questo libro è decisamente impegnativa. Forse non era necessaria, o forse sì, non lo so.

So che Il mio nome è rosso è un libro di straordinario fascino. E quando, in alcuni momenti, si pensa che forse alcune pagine sono di troppo, alla fine ci si rende conto che la miniatura ha bisogno di tutti quegli elementi e che tutto, anche il più piccolo dettaglio, è indispensabile.

Da leggere, assolutamente.

15 marzo 2007

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